Allattare al seno è naturale?

Allattare è naturale!”
“Prendi il bambino e lo metti vicino al seno”
Dovrebbero farlo tutte le donne, facilmente”

Perché molte donne non riescono ad allattare nonostante decidano di farlo?
Perché se naturale spesso fa male o il bambino non si attacca?

Cosa si intende per naturale?

Le definizioni del Garzanti alla voce naturale, possono essere così riassunte: deriva dalla natura, genuino non alterato, ricavato da sostanze animali.
Alla voce artificiale invece, leggiamo: che è fatto, prodotto dall’opera umana e non dalla natura; che sostituisce, surroga un’operazione o un prodotto naturale.

Sebbene ci siano stati progressi innegabili negli ultimi decenni, viviamo ancora in una cultura in cui l’allattamento artificiale è molto più comune dell’allattamento al seno. Più della metà dei bambini che nascono viene allattata al seno alla nascita, ma pochi procedono fino alla fine del primo mese, o poi per 3, 6 mesi o 1 anno.
Sono tante le donne che cominciano ad allattare e di fronte alle difficoltà che incontrano (ragadi, dolore ai seni…) o a suggerimenti non corretti, smettono sin dalle prime settimane.
Avviare l’allattamento non è sempre facile, molti dicono che dovrebbe essere naturale. In effetti allattare è naturale perché la neo-mamma produce latte a prescindere dal suo desiderio di allattare o meno e il bambino nasce con un forte istinto di suzione per garantirsi la sopravvivenza.

“Naturale” corrisponde a” facile”?

Le donne non sempre sono riuscite ad avviare serenamente l’allattamento. Se una donna aveva difficoltà insisteva finché poteva e se non riusciva chiedeva aiuto ad altre donne che potessero allattare il suo bambino: perché era naturale (ciò che era previsto per il bambino) che un bebè ricevesse latte materno.

Oggi si pensa:
“O funziona o non funziona!”.
E se non funziona, non preoccuparti di “accanirti”! Tanto siamo tutti cresciuti bene anche con il latte artificiale! Non tutte siamo nate per allattare.
“Non tutte siamo predisposte all’allattamento”
Molte donne dicono “proverò ad allattare”.

Il latte artificiale viene spesso rappresentato come pari al latte materno, ricco di nutrimenti che permettono il paragone. Le donne italiane vengono spesso invitate ad allattare ma ponendo questo come una scelta e non come un proseguimento fisiologico della gravidanza. Ma il latte artificiale e quello materno non sono simili.
In paesi come la Norvegia il 99% delle neo mamme allatta sin dalla nascita. Mi chiedo allora cosa hanno di differente le donne norvegesi rispetto alle donne italiane. Eppure le donne italiane non sono fisiologicamente diverse dalle norvegesi e i bambini italiani non sono fisiologicamente diversi dai bambini norvegesi.

Non credo che le donne norvegesi siano mamme differenti dalle altre. Sono donne che ricevono e cercano aiuto per allattare al seno.
Le donne sono preparate all’allattamento durante la gravidanza e questo non viene posto come “scelta” ma come normale. Inteso in questo caso come continuità fisiologica della cura del neonato.

È quindi una questione di sostegno!
Allattare è un atto minato da più fronti. Poche conoscenze tanti falsi miti, tante paure e tanto pregiudizio.
Leggere libri validi, frequentare gruppi reali o virtuali che hanno come riferimento figure autorevoli nell’ambito dell’allattamento, può aiutarvi a vivere la vostra storia di allattamento con serenità.

E di cultura!
Quante donne pensano che offrire il seno è pari ad offrire il biberon: orari e quantità stabilite in un tempo definito.
Molte donne caparbie e tenaci, hanno “salvato“ il loro allattamento grazie ad una dedizione di 24/24 offrendo “latte e sangue”, tenendo il bambino sempre in braccio per offrire tanto contatto e allattamento continuo, lasciando poco tempo per se stesse; perché oggi si pensa che allattare debba essere sacrificio e dedizione, non la maniera di nutrire il proprio bambino dopo la nascita e le difficoltà di percorso sono state integrate nella definizione di allattamento.
Di conseguenza, poche nuove madri hanno visto allattare i bambini prima del parto, poche nuove madri ricevono feedback positivi dalle amiche che hanno avuto esperienza d’allattamento. Per la stessa donna, se il primo allattamento è stato difficile con molto dubbio allatterà il secondo figlio.
Un sostegno valido da persone con formazione competente può aiutare a vivere l’allattamento più serenamente, avere quindi un’esperienza più positiva per ripeterla e per diffonderla.

Quante hanno visto bambini allattati artificialmente, intorno a loro, su riviste, in televisione e persino nei giochi dei loro figli: la maggior parte dei bambini usa il biberon e lo usa anche per giocare con le bambole: tutto questo fa sì che il biberon sia diventato la norma per un bambino. Essendo l’allattamento al seno, come molte attività umane, un’arte di imitazione, quanto è sorprendente che così tanti falliscano quando, sin dalla loro infanzia, non avevano niente e nessuno da imitare? Questo per due o tre generazioni, da quando il biberon e il latte artificiale sono diventati la norma o “normali”. In effetti, questa mancanza di modelli spiega una serie di problemi responsabili di allattamenti falliti o di arresti precoci: scarsa posizione del bambino al seno, limitazione della frequenza e della durata; imbarazzo di allattare al seno in pubblico (se lo vedessimo spesso, lo troveremmo normale e non proveremmo alcun imbarazzo); la pressione di coloro che circondano la mamma blaterando che il bambino è “tutto il tempo al seno”.

“Naturale” corrisponde a “spontaneo”?

Quante volte ho sentito le donne dire:

  • Ho il seno troppo grande.
  • Ho il seno troppo piccolo.
  • Dopo la doccia passo un guanto di crine sui capezzoli e poi delle gocce di limone!
  • Non ho i capezzoli preparati per l’allattamento!
  • Ho i capezzoli grandi, piccoli, piatti, estroflessi,…!

In effetti, la parte più importante della preparazione viene eseguita in modo naturale e automatico. Sia che la madre decida di allattare al seno oppure no, durante la gravidanza il suo corpo si prepara: il seno aumenta di dimensioni, l’areola assume un colore più scuro, i capezzoli diventano duri e sporgenti e nel secondo trimestre inizia la produzione del colostro.
Un’adeguata preparazione è culturale: informarsi, leggere, incontrare donne che allattano al seno, informarsi sulle pratiche di allattamento al seno nel luogo in cui si pianifica di partorire, conoscere il comportamento normale di un neonato… In breve si tratta di ricreare attorno a sé una cultura di allattamento al seno che sconfigga la cultura dominante di alimentazione artificiale.

“Naturale” corrisponde a “genuino – sano”?

Chi dice “naturale” spesso dice “sano”. Indubbiamente il latte materno è l’alimento più genuino e sano per il bambino.
In molti casi lo si associa allo stile di vita della mamma, spesso le mamme ricevono informazioni riguardo l’allattamento che affermano che non si deve bere e fumare, si deve mangiare biologico, vivere in campagna, respirare solo aria fresca, lontano dalle fabbriche inquinanti e soprattutto riposare. Non si devono fare tinture ai capelli se non con prodotti naturali, no smalto alle unghie o cure estetiche, assolutamente vietati i farmaci.
Quindi questo “naturale” deve essere inteso come mamma natura ci ha fatti e senza ombra di chimica nel corpo!
E se non sei capace o non vuoi condurre una vita totalmente “sana”, non vale la pena considerare l’allattamento al seno.
Non intendo promuovere un cattivo stile di vita, ma semplicemente mostrare che, indipendentemente dalla vita che conduciamo, è comunque meglio allattare.

Alimentazione naturale della mamma

Sembra che da sempre siano stati applicati tabù e/o esigenze dietetiche ai periodi di gravidanza e allattamento.

“Quando allatti al seno, non mangiare cavoli o cipolle”! Non mangiare frutta rossa o gialla! Aglio, carciofi, crostacei…

eliminando cosi quasi tutti gli alimenti dalla tavola della mamma.
Alcuni storici e sociologi pensano che questo è forse uno dei motivi per la disaffezione nel XX secolo, per l’allattamento al seno. Infatti, si credeva che non rispettare questi tabù o prescrizioni, potesse rendere il latte tossico per il bambino. Dal momento in cui vi è stato un sostituto che i medici hanno presentato buono come il latte materno e che non richiede di rispettare questi tabù e prescrizioni, è facile capire come le donne sono state tentate. In realtà, non è necessario seguire una dieta particolare durante l’allattamento e il latte della madre (anche se malnutrita) rimane in tutti i casi il miglior cibo per il bambino.

Cure estetiche generali

Potete curare il vostro corpo come avete sempre fatto, i prodotti che utilizzerete non passano nel latte.

Fumo

Molte donne che non hanno desiderato o non hanno smesso di fumare durante la gravidanza pensano che l’allattamento al seno sia “proibito” loro, perché farebbe più male che bene al loro bambino. È vero il contrario! Meglio per il bambino essere allattato al seno da una madre che fuma, piuttosto che non allattato. Ad esempio, uno studio ha dimostrato che l’effetto protettivo dell’allattamento al seno sulle infezioni respiratorie è particolarmente evidente nei bambini che vivono in ambienti fumatori. In un altro studio che ha coinvolto 1.218 bambini di madri fumatrici, l’allattamento al seno ha aumentato il rischio di malattie respiratorie. In uno studio su oltre 3.000 bambini olandesi di età compresa tra 1 e 6 mesi, i figli di madri fumatrici avevano il doppio delle probabilità di soffrire di coliche rispetto a quelli di madri non fumatrici, ma se la madre che fumava allattava il suo bambino, l’aumento del rischio era minore.

Alcool

Anche se non può esservi dubbio che l’assunzione regolare di alcolici durante l’allattamento al seno non può essere raccomandata, non esiste nemmeno una base reale per scoraggiare formalmente il consumo di una quantità modesta e/o occasionale di bevande alcoliche (7). Il principale problema che una madre che allatta può incontrare dopo aver assunto parecchio alcool, è l’intasamento che può persistere per ore, perché l’alcool ha un impatto negativo sul riflesso di emissione, quindi la donna si troverà col seno pieno di latte e grande difficoltà a farlo uscire.
Per quanto riguarda gli effetti sul bambino, l’assorbimento materno di meno di 1 g/kg di alcool puro non sarà generalmente un problema per il bambino allattato al seno (8).

Sport

Nella lista delle cose che non si dovrebbero fare quando si allatta, appaiono paradossalmente le attività sportive. L’acido l’attico potrebbe far male al bambino! Una delle frasi più false ma più comuni. Ma come sappiamo, tutto è buono per impedire alle donne che allattano di vivere normalmente. Si può allattare e fare attività fisica, che non ha alcuna conseguenza sulla composizione del latte né sulla crescita del bambino (9), che è anche positivo per la salute fisica e morale della madre (10).

Farmaci

Spesso le donne smettono di allattare perchè devono assumere un farmaco. Quasi tutti i bugiardini sconsigliano infatti l’uso del farmaco in allattamento e così il dentista sconsiglia di allattare per un’anestesia locale. Capita spesso che una mamma abbia bisogno di prendere un farmaco e magari si astiene dal farlo per paura di fare del male al bambino e soffre per un disturbo che invece potrebbe evitare.
I farmaci per uso locale (creme, aerosol, anestesie locali), che vengono assorbiti nel sangue in quantità assolutamente trascurabile, non passano nel latte.

Se il bugiardino vi suggerisce di non usare un farmaco potete:

1) chiamare http://www.marionegri.it/it_IT/home/cittadino/informazione_sui_farmaci
2) scrivere il principio attivo nel sito http://www.e-lactancia.org/
3) https://www.medsmilk.com/

Dieta

Si ritiene che sia impossibile seguire una dieta durante l’allattamento. È vero che sia meglio aspettare due o tre mesi dal parto per avviarla, ma dopo questo tempo si può intraprendere pienamente una dieta ragionevole (non andare al di sotto di 1800 cal al giorno, non cercare perdere più di 2 o 3 kg al mese) continuando ad allattare al seno. Gli studi più recenti mostrano che questo non compromette la crescita del bambino. E non dimentichiamo che, anche senza una dieta, le donne che allattano di solito trovano il loro peso di bilanciamento più facilmente di quelle che non allattano. Una buona parte dei chili accumulati durante la gravidanza sono grassi forniti dalla Natura come riserve per l’allattamento al seno.

Latte materno inquinato

I media fanno regolarmente eco ad analisi che mostrano la presenza di sostanze inquinanti nel latte materno, col rischio di preoccupare le madri e di deviare l’allattamento di coloro che vorrebbero.
In realtà si dovrebbero leggere in questo modo le informazioni:

  • che queste misurazioni sono fatte sul latte materno perché è un fluido corporeo ad alto contenuto di grassi, facile da analizzare e che il loro scopo è quello di valutare la contaminazione della popolazione nel suo intero;
  • che da diversi anni i livelli di residui chimici nel latte materno sono diminuiti nei paesi che hanno adottato misure per ridurre la contaminazione dell’ambiente;
  • ma soprattutto che tutti gli studi sull’argomento mostrano che se l’esposizione agli inquinanti in utero può avere conseguenze dannose per il nascituro, l’allattamento al seno attenua queste conseguenze e che i suoi vantaggi per lo sviluppo neurologico, controbilanciando notevolmente il potenziale impatto negativo degli inquinanti nel latte materno. Ad esempio, in una popolazione esposta ad alti livelli di organoclorurati, i punteggi dei bambini erano migliori quando l’allattamento al seno era più lungo.

Un altro studio ha concluso che se l’esposizione a PCB (policlorobifenili) durante la gravidanza ha un impatto negativo sullo sviluppo del sistema nervoso centrale (che si trova in alcuni componenti del potenziale uditivo), questo impatto viene compensato in caso di allattamento al seno nonostante i continui alti livelli di esposizione ai PCB.

“Naturale” corrisponde a “ecologico”?

Se parliamo dell’impatto dell’allattamento al seno sull’ambiente, è chiaro che si tratta di un gesto ecologico. Il latte della donna è una risorsa naturale e rinnovabile. È fatto dalle madri nelle quantità esatte che i bambini richiedono, senza sprechi e senza pesare sull’ambiente, in contrapposizione a l’alimentazione artificiale che richiede acqua, energia e confezioni. È stato calcolato che l’alimentazione artificiale di un bambino consuma 73 kg di legno (o equivalente di energia) all’anno (per far bollire bottiglie e tettarelle e scaldare l’acqua), 3 litri di acqua al giorno (1 litro per diluire la polvere, 2 litri per bollire biberon e tettarelle). Senza contare l’energia spesa per la produzione di latte artificiale e il suo trasporto e l’inquinamento causato dall’eliminazione degli imballaggi: per 3 milioni di bambini allattati artificialmente, ogni anno vengono utilizzati 450 milioni di litri di latte e migliaia di tonnellate di metallo e cartone.

In conclusione direi di sì, quando allattiamo al seno non siamo una bolla sterile, ma va bene. E anche se alcune componenti della vita moderna sono lontane dall’ideale per un bambino, in ogni caso, è meglio per lui essere allattato al seno che non esserlo!

 

Nota

Gruppo fb, Centro Allattamento Catania
[4] Nafstad P et al, Breastfeeding, maternal smoking and lower respiratory tract infections, Eur Respir J 1996 ; 9 : 2623-29.
[5] Woodward A et al, Acute respiratory illness in Adelaide children : breast feeding modifies the effect of passive smoking, J Epidemiol Comm Health 1990 ; 44 : 224-30.
[6] Reijneveld SA et al, Infantile colic : maternal smoking as potential risk factor, Arch Dis Child 2000 ; 83(4) : 302-3.
[7] Cobo E, Effect of different doses of ethanol on the milk-ejecting reflex in lactating women, Am J Obstet Gynecol 1973 ; 115(6) : 817-21.
[8] Attention : l’absorption d’alcool pendant la grossesse est un tout autre problème.
[9] Dewey KG et al, A randomized study of the effects of aerobic exercise by lactating women on breast-milk volume and composition, N Engl J Med 1994 ; 330(7) : 449-53. Et : Fly AD et al, Major mineral concentrations in human milk do not change after maximal exercise testing, Am J Clin Nutr 1998 ; 68 : 345-49. Et encore : Lovelady CA et al, Effect of exercise on immunologic factors in breast milk, Pediatrics 2003 ; 111(2) : e148-52.
[10] Rich M et al, Physical exercise and the lactating woman : a qualitative study of mothers’ perceptions and experiences, Breastfeeding Review 2004 ; 12(2) : 11-17.
[11] Lovelady CA et al, The effect of weight loss in overweight lactating women on the growth of their infants, New England Journal of Medicine 2000 ; 342(7) : 449-453.
[12] Rooney BL, Schauberger CW, Excess pregnancy weight gain and long-term obesity : one decade later, Obstet Gynecol 2002 ; 100(2) : 245-52.
[13] Ribas-Fitó N et al, Breastfeeding, exposure to organochloride compounds, and neurodevelopment in infants, Pediatrics 2003 ; 111 : e580-85.
[14] Vreugdenhil HJ et al, Prenatal exposure to polychlorinated biphenyls and breastfeeding : opposing effects on auditory P300 latencies in 9-years-old Dutch children, Dev Med Child Neurol 2004 ; 46(6) : 398-405.

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