Alimentazione sana per bambini, sin dallo svezzamento

L’alimentazione ha un ruolo fondamentale per la crescita e il mantenimento di una buona salute psicofisica. Ma orientarsi nella scelta del regime alimentare più equilibrato per il proprio figlio, sin dallo svezzamento, può essere difficile. Gli indirizzi degli esperti sono diversi, ma hanno alcuni comuni denominatori che sarebbe bene rispettare. In fin dei conti, se si asseconda la natura senza “viziarla” i bambini sono perfettamente in grado di autoregolarsi e i genitori di comprendere ciò che è meglio mangiare per tutta la famiglia.

Siamo ciò che mangiamo, è vero. Ma è soprattutto vero che siamo ciò che abbiamo mangiato. Alimentarsi in maniera sana ed equilibrata, sin dalla nascita, è il migliore investimento per la propria salute e per quella dei propri figli.

Le organizzazioni e gli enti che si occupano di sanità e salute, anche a livello mondiale, lanciano un allarme a proposito dell’incremento esponenziale dell’obesità. Se una parte del mondo muore ancora di fame, ce n’è una metà che continua a mangiare troppo e male.

Noi che siamo nati nella porzione fortunata del pianeta – o forse soltanto nella più egoista – siamo abituati a sentire molti genitori preoccuparsi perché il loro bambino non mangia abbastanza o perché desidererebbero mangiasse di più. In realtà dovrebbero preoccuparsi del contrario e delle ripercussioni negative che una dieta alimentare troppo ricca potrebbe avere sulla salute, anche nel lungo termine.

Alla sovralimentazione è spesso connesso l’eccessivo consumo di carni. Un fenomeno in crescita che ha suscitato la reazione dei sostenitori delle diete vegetali. Al di là delle scelte personali e degli eventuali estremismi, le raccomandazioni generali degli organi preposti alla tutela della salute, incoraggiano i genitori a far consumare ai loro figli – sin dal momento dello svezzamento – cereali integrali e meno raffinati, frutta e verdura, latticini a basso contenuto di grassi e senza zuccheri aggiunti. E anche un po’ di carne, pollame, pesce, frutti di mare e uova per soddisfare il fabbisogno di nutrienti fondamentali per la crescita e lo sviluppo, come il ferro, lo zinco e la colina.

Cosa dicono gli esperti: “dieta equilibrata e varia, sin dalla nascita”

Negli Stati Uniti il fenomeno dell’obesità ha raggiunto dati statistici sempre più preoccupanti. Tanto che gli esperti del Comitato per i neonati hanno deciso, in concerto con le autorità dei singoli Stati, di rivolgere per la prima volta delle indicazioni pure per i bambini di età inferiore ai 2 anni. Questo nonostante il dibattito sui regimi alimentari sia molto acceso in questo periodo storico, vedendo il confronto tra i sostenitori dei rischi dell’eccessivo consumo di carboidrati, carni o altri alimenti… o addirittura i fautori di diete alimentari “miracolose” e molto pericolose per la salute.

“L’obiettivo delle raccomandazioni del Comitato per neonati e bambini piccoli è quello di gettare le basi per un’alimentazione sana che coinvolga tutto l’arco della vita”, afferma Kathryn Dewey, professore emerito del Dipartimento di Nutrizione dell’Università della California.

Per crescere adulti sani che possano seguire un regime alimentare salutare bisogna attenzionare questo aspetto sin dalla nascita. “Se riusciamo a far seguire subito i modelli più salutari ai nostri bambini, li abitueremo a mangiare questi tipi di alimenti anche quando saranno grandi”, suggerisce Sharon M. Donovan, professore di Nutrizione e Salute presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e membro del Comitato.

Il Comitato, composto da 20 accademici e medici, ha pubblicato le sue raccomandazioni lo scorso luglio. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani li esamineranno per pubblicare le linee guida definitive entro la fine dell’anno. Anche perché tali indicazioni hanno un grande impatto su tutta la popolazione: modellano i programmi della mensa scolastica, dirigono gli sforzi statali e locali di promozione della salute e influenzano ciò che le aziende alimentari producono e propongono al loro pubblico.

 

Diete alimentari a base vegetale e rischi connessi al consumo di carne rossa

Le prescrizioni del Comitato hanno già suscitato parecchie critiche. Come quelle rivolte dal Physicians Commit-tee for Responsible Medicine, un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove le diete a base vegetale e che ha mostrato il suo disappunto sull’enfasi posta sui prodotti animali. “Non ci sono prove scientifiche che suggeriscano in qualche modo che i bambini farebbero meglio a consumare carne, pesce, uova e latticini”, afferma Susan Levin, dietista professionista e direttrice dell’educazione alimentare dell’organizzazione, sostenendo – per esempio – che lo stesso ferro sia ottenibile anche da alimenti come cereali fortificati, spinaci e lenticchie. 

A differenza delle raccomandazioni rivolte ai più piccoli, il Comitato suggerisce agli adulti di limitare il consumo di carne rossa per evitare: malattie cardiovascolari, cancro e diabete. “Il Comitato dei neonati e dei bambini ha deciso che i bisogni mentali di sviluppo per i bimbi di età inferiore a 2 anni sono diversi – dice Ronald Kleinman, capo del dipartimento di pediatria del Mass-achusetts General Hospital e membro del Comitato federale -.

Il messaggio fondamentale è che mangiamo in modo un podiverso in ogni fase della nostra vita.


Svezzamento, come cominciare?

A prescindere dalle diverse opinioni, le varie prescrizioni riflettono un cambiamento nel modo di pensare l’alimentazione, intesa adesso come elemento centrale della vita umana da non lasciare mai al caso. Altre divergenze riguardano persino le indicazioni sul periodo dello svezzamento.

“Alcuni medici credono di dover aggiungere o sostituire al latte materno o artificiale cibi diversi dal solito – sostiene il dottor Kleinman -. Prima il modus operandi era piuttosto rigido; si iniziava con la crema di riso per poi passare a frutta e verdura”. Il protocollo è stato in parte modulato dalle preoccupazioni per le allergie alimentari, ma negli ultimi anni gli studi scientifici hanno scoperto che l’introduzione di alimenti prima proibiti – come gli arachidi – entro il primo anno di vita può invece ridurre il rischio della loro insorgenza.

Secondo i dati analizzati dal Comitato federale, più di tre quarti dei piccoli allattati al seno dai 6 ai 12 mesi non consumano abbastanza ferro e il 54% non ne assume abbastanza.

“Poiché molte madri allattano al seno e per periodi più lunghi, i bambini consumano meno cereali fortificati per neonati e manifestano carenza di ferro e zinco. Nei primi anni di vita, il cervello ha bisogno di questi elementi per svilupparsi e la carne rossa e i fegatini di pollo ne sono una fonte particolarmente ricca”, aggiunge Steven Abrams, professore di Pediatria presso la Dell Medical School dell’Università del Texas ad Austin e presidente del Comitato sulla nutrizione dell’American Academy of Pediatrics.

L’alimentazione dei bambini fino ai 2 anni

Il Comitato raccomanda che i bebè siano allattati esclusivamente al seno fino ad almeno i 6 mesi di età e afferma che non possa esistere un modello dietetico tale da includere tutti i nutrienti necessari al di sotto dei 12 mesi di vita. Tuttavia l’allattamento naturale al seno, a richiesta, può offrire ai piccoli tutti i nutrienti necessari per la loro buona crescita.

Gli esperti offrono comunque alcuni suggerimenti: dai 6 ai 9 mesi, ad esempio, i bimbi dovrebbero mangiare frutta pari un ottavo o un quarto di tazza da tè, ogni giorno, oltre ai cereali per l’infanzia fortificati, latticini e alimenti proteici. Nell’arco della settimana dovrebbero consumare mediamente dai 130 ai 480 grammi di carne rossa, dai 15 ai 35 grammi circa di pollame, nonché “modeste quantità” di frutti di mare, uova, noci e semi.

Per i bambini di età compresa tra 1 e 2 anni di età, se non allattati al seno o se alimentati con il latte artificiale che è più povero di nutrienti, il Comitato ha proposto una dieta consigliata per un fabbisogno calorico giornaliero che va dalle 700 alle 1000 calorie al giorno.

Per coloro che necessitano di 1.000 calorie giornaliere, ad esempio, si raccomanda 1 tazza di frutta e 1 tazza di verdura, 90 grammi di cereali (di cui 60 integrali), 2 tazze di latticini e 60 grammi di proteine. Ogni settimana, questi bimbi dovrebbero mangiare circa 210 grammi di carne rossa e pollame, 90 grammi di frutti di mare e uova, noci, semi e soia.

Alternativamente alla dieta onnivora, si può pure scegliere quella vegetariana, che assume le uova come principale fonte di proteine e colina, assieme ai latticini. Rimane sconsigliata, invece, la dieta vegana, perché incapace di soddisfare le esigenze nutritive senza il necessario impiego di integratori.

Assolutamente banditi gli zuccheri aggiunti, che si trovano ormai in quasi tutti i prodotti del supermercato: merende, succhi di frutta, gelati, yogurt, cereali da colazione. Consentiti senza particolari riserve gli zuccheri della frutta e i latticini.

La dieta migliore per il tuo bambino: autoregolazione, homemade e ascolto attivo

Al di là delle varie scuole di pensiero, per offrire la migliore dieta al proprio bambino è opportuno osservare ciò che la ricerca scientifica ci trasferisce:

1) AUTOREGOLAZIONE. I bimbi sono naturalmente in grado di autoregolarsi e se i genitori stanno bene attenti a non esagerare con gli zuccheri, questi saranno attratti dal cibo di cui hanno effettivamente necessità per crescere bene;

2) BISOGNI. In ogni momento della nostra vita abbiamo un fabbisogno calorico e nutrizionale differente. E soprattutto abbiamo bisogno di consumare percentuali diverse di proteine, carboidrati e grassi. Questo vale soprattutto per i più piccoli, dato il rapido sviluppo fisico e cognitivo nei primissimi anni di vita. Inoltre non è possibile definire – se non in linea generale – uno standard comune valido per tutti;

3) FERRO. Il ferro è un nutriente fondamentale per l’essere umano, in particolar modo durante la prima infanzia. Per riceverne la giusta porzione, però, non è sufficiente consumare cibi con un alto contenuto di ferro (come vogliono proporsi alcuni alimenti di babyfood), ma è bene preferire quelli il cui ferro risulta più facilmente assimilabile dall’organismo. I cereali “fortificati” non si sono rivelati una fonte valida, al contrario delle proteine animali (soprattutto se consumate assieme ad alimenti ricchi di vitamina C);

4) CIBO DI CASA. Tutto ciò che viene cucinato in casa risulta assolutamente più salutare di qualsiasi cibo industriale (e in questa categoria rientrano anche tutti i prodotti di babyfood);

5) EQUILIBRIO. Mente e corpo si influenzano vicendevolmente, quindi per mantenerli in salute occorre mangiare in maniera equilibrata, ma anche avere un atteggiamento sano nei confronti del cibo. Qualsiasi eccessiva preoccupazione sulle quantità e sulla tipologia di alimentazione da seguire può tradursi in una vera e propria patologia che facilmente si può trasferire al bambino. Piazzarlo davanti ai cartoni animati per ingannare il suo senso di sazietà e farlo mangiare di più (o per fargli consumare ciò che altrimenti non accetterebbe), assillarlo con la pretesa che finisca la porzione che riteniamo adatta a lui sono comportamenti controproducenti. Imparare a fidarsi del proprio piccolo e del suo corpo è il primo modo per educarlo a una corretta alimentazione e per rispettare la sua unicità.

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