Latte di mamma, come si conserva?

Il latte di mamma è miglior nutrimento per il proprio bambino. Sano, ricco di nutrienti, gratuito e in grado di rafforzare il legame familiare, nonché di favorire lo sviluppo psicofisico come nessun altro alimento al mondo. Ma in alcuni casi non è possibile garantire che il latte materno venga succhiato direttamente dal seno: lavoro e altre esigenze possono rendere necessarie delle scorte di latte da consumare in assenza della madre.

 

Come si conserva, allora, il latte di mamma affinché non venga alterato nei suoi componenti?

Latte materno estratto, eccezione o regola?

 

Talvolta i bebè vengono alimentati con il latte materno, ma non direttamente dal seno. In alcuni casi questo avviene eccezionalmente, in altri rappresenta la regola. Solitamente, il latte materno viene estratto e conservato perché:

  • la mamma riprende l’attività sportiva;
  • la madre rientra a lavoro;
  • il piccolo è nato prematuramente e non riesce a esercitare una suzione sufficiente al seno, oppure si trova in incubatrice;
  • il bebè è nato a termine, ma è ricoverato per problemi di salute.

Nei primi due casi, il più delle volte, il bambino riceve la maggior parte delle poppate direttamente dal seno e non è necessario preoccuparsi se la piccola quantità di latte assunto diversamente sia fresca, refrigerata o scongelata. Nelle altre due eccezioni, invece, tutta l’alimentazione del bebè è rappresentata dal latte estratto.

Gli ospedali forniscono indicazioni diverse sull’estrazione e sulla conservazione del latte materno: alcuni permettono l’estrazione solo in loco, altri accettano anche latte estratto all’esterno della struttura. Anche sui tempi e sulle temperature di conservazione esistono standard differenti, che non sempre tengono conto della possibilità reale che si perda soltanto una piccolissima parte di vitamine, antiossidanti o altri nutrienti: alcune organizzazioni sanitarie preferiscono usare il latte prima che si verifichi questa perdita, somministrandolo il prima possibile; altre – più ragionevolmente – non fanno queste distinzioni.

La difformità delle procedure disponibili può confondere i genitori sugli aspetti fondamentali da tenere in considerazione: il latte materno è sempre di ottima qualità. I bambini prematuri o con patologie sono più vulnerabili alle malattie e la scelta migliore per la loro alimentazione risiede sempre nell’assunzione di latte umano. Anche quando conservato in frigorifero per più di 8 giorni e scomposto, il latte di mamma sarà sempre di migliore qualità rispetto al latte artificiale.

Conservazione, le principali differenze

Temperatura ambiente
Ogni Paese presenta un clima diverso, in funzione del quale variano le raccomandazioni sulla conservazione del latte materno. Se vivi dove il clima è tropicale o subtropicale, le temperature dell’ambiente saranno differenti rispetto a quelle delle zone temperate. La gamma inferiore può adattarsi meglio alle temperature del tuo latte, almeno durante le stagioni più fredde.

Latte posto in frigo o congelato
La durata di conservazione del latte fresco e refrigerato varia da 0 a 11 giorni, a seconda di quanto spesso apriamo il frigo. Il latte scongelato va consumato entro 48 ore e si può tranquillamente utilizzare nuovamente il latte di mamma posto in frigo e poi riscaldato. Oggi sappiamo anche che è possibile – per quanto non serva quasi mai farlo – scongelare e ricongelare il latte materno senza che si rovini, a differenza di tutti gli altri cibi. Non buttate mai il latte materno, senza valutare prima se sia ancora buono! Per farlo si può riscaldarlo o assaggiarlo.

Per riscaldare il latte non serve molto: un pentolino, il contenitore con il latte e dell’acqua a temperatura ambiente. Basterà riscaldare l’acqua all’interno del pentolino, porre al suo interno il contenitore con il latte, spegnere la fiamma e lasciare che si intiepidisca.

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