Svezzamento e allergie: alimenti sicuri e sintomi da attenzionare

Svezzamento e allergie: quando arriva il momento dello svezzamento molti genitori si sentono in confusi sulle modalità d’introduzione dei cibi solidi. E anche sulla lista degli alimenti “consentiti” e quelli “a rischio” di allergia. Soprattutto alla luce del costante aumento delle malattie allergiche nei bambini dei Paesi industrializzati. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere.

Le allergie in occidente

La prevalenza di allergie è in costante crescita nei Paesi occidentali. In due decenni, è aumentato di 20 volte: circa 1 persona su 5 sviluppa sintomi allergici prima dei 20 anni. D’altra parte, la sintomatologia allergica è molto più conosciuta oggi, rendendo la diagnosi più semplice rispetto al passato.

Ma perché il fenomeno è in aumento? Siamo sempre più esposti a vari allergeni. La nostra dieta, che prima veniva prodotta principalmente con prodotti locali, è composta sempre più da alimenti provenienti da località remote e/o trasformati da una varietà di sostanze chimiche. Inoltre, gli allergeni alimentari più frequentemente coinvolti sono gli alimenti comunemente consumati nei Paesi industrializzati: latte di mucca, uova, cereali, etc. La ragione, però, resta scientificamente poco chiara.

L’origine

Esiste una predisposizione genetica alle reazioni allergiche. Le persone con siti atopici ereditari avrebbero risposte immunitarie diverse. La storia allergologica dei genitori può essere indicativa: se uno dei genitori presenta una patologia allergica, il rischio di problemi allergici nel bambino è del 30%, percentuale che raddoppia se entrambi i genitori hanno problemi di allergia. 

Numerosi studi hanno dimostrato che un bambino può essere sensibilizzato in utero se vi è una storia familiare di atopia. In tali casi, si consiglia alle madri di evitare gli alimenti in questione durante la gravidanza e successivamente durante l’allattamento. Questa misura non diminuisce però il rischio di allergia.

Allergia, sintomi e cura

Ma come riconoscere una reazione allergica? I sintomi di intolleranza e di allergia alimentare nel neonato possono essere diversissimi e facilmente confondibili con cause differenti che possono rendere complessa la diagnosi precoce: vomito, diarrea, sangue nelle feci, enteropatia, coliche, rinite, tosse, asma, epistassi, palpebre gonfie, congiuntivite, occhiaie, irritabilità, pianto, disturbi del sonno, dermatite, orticaria, sonnolenza, otite, ipertonia, scarso aumento di peso, etc.

L’aspecificità della sintomatologia può portare anche a diagnosticare un’allergia inesistente. D’altro canto la caccia agli allergeni può essere una vera e propria ricerca investigativa. Talvolta non sono sufficienti i test disponibili e con estrema pazienza risulta indispensabile tenere con sé un diario per scrivere tutti i cibi consumati oppure per escluderne alcuni e vedere cosa va eliminato del tutto.

Alcune intolleranze e allergie sono “passeggere”: così come possono sorgere in qualsiasi momento della vita, possono anche sparire per sempre all’improvviso con il potenziamento delle difese immunitarie. Oppure possono ricomparire a intermittenza, in precise stagioni o condizioni fisiologiche.

Le terapie farmacologiche disponibili, utilizzate nei casi più estremi o per evitare il peggioramento della sintomatologia, non hanno funzione curativa, ma si occupano appunto di tenere sotto controllo i sintomi.

Svezzamento, quali cibi introdurre per evitare allergie?

 

Al contrario di ciò che si è creduto per molto tempo – e che alcuni medici poco aggiornati continuano a sostenere – non esistono cibi “a rischio allergico” e cibi “anallergici”. Qualsiasi alimento e qualsiasi elemento presente nell’ambiente (polline, nichel, etc) può causare allergia.

I cibi comunemente utilizzati nella nostra cultura per iniziare lo svezzamento sono principalmente a base di frutta e cereali. Ma questo non significa che presentino un rischio minore di allergia. Anzi, talvolta vengono proposti insieme alle proteine del latte (vaccino, non materno) a cui sempre più soggetti sembrano sensibilizzarsi.

Gli alimenti proposti nella primissima infanzia variano più che altro in funzione della cultura d’apparenza. In altri Paesi, infatti, vengono offerti ai più piccoli addirittura alimenti piccanti o frutta secca che in Occidente si preferisce spesso proporre solo dopo i primi anni di vita. L’allattamento esclusivo al seno, poi, consente al neonato di entrare in minimo – ma graduale – contatto con i nutrienti assorbiti dalla madre e quindi di “abituarsi” in qualche misura ai cibi che potrà gustare autonomamente più avanti. Un’esperienza inesistente nel caso dell’allattamento artificiale che rappresenta già uno svezzamento precoce, essendo il latte in polvere derivato dalle proteine di latte animale o vegetale.

Allora, nello svezzamento non è necessario escludere alcun alimento a priori. Ma solo osservare le regole di un’alimentazione sana ed equilibrata utili anche agli adulti. E soprattutto rispettare le tappe del bambino, senza forzature: lo si deve ritenere pronto all’introduzione dei solidi quando riesce a stare seduto da solo e, in primis, quando mostra interesse verso il cibo della tavola dei genitori (autosvezzamento).Non serve omogenizzare o tritare gli alimenti da sottoporre alla sua attenzione. Bensì lasciarlo sperimentare liberamente forme, sapori e colori con le mani. Ricordandosi anche come il rischio di allergia sia per natura quasi scongiurato nei primi tre anni di vita, giusto il tempo perfetto per adeguarsi alla tavola di casa

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