Ciuccio e biberon, tutte le “eccezioni” da conoscere prima dell’acquisto

Molti genitori si chiedono quale sia il momento giusto per dare il ciuccio e/o il biberon al proprio figlio. Soprattutto quando pensano che utilizzi il seno di mamma come un “conforto” o quando la donna ha bisogno di assentarsi per alcune ore durante la giornata.

Cosa spinge i bebè a ciucciare? Posso usare biberon e ciuccio sin dalla nascita?

I primi mesi, avviare l’allattamento

Per garantire al piccolo una buona crescita e per far sì che il seno materno produca latte a sufficienza, è necessario dedicare i primi mesi all’avvio ottimale dell’allattamento. Questo può avvenire se:

  • il bambino può accedere al seno secondo le sue richieste (perché è proprio grazie alla suzione che si incrementa la produzione) e senza stress (quindi senza orari prestabiliti);
  • la posizione di allattamento è corretta (e quindi se la madre non prova dolore durante la poppata);
  • il piccolo non viene nutrito dal latte artificiale (cosa che, inevitabilmente, lo porterebbe a stimolare la produzione di una quantità di latte minore dal seno della mamma). In questa prima fase, così delicata, ciucci e biberon potrebbero destinare al fallimento la missione.

Allattare è un’esperienza meravigliosa, ma per molte donne può rappresentare una scelta “troppo vincolante”. Così il desiderio di occuparsi del proprio figlio e di avere anche del tempo da dedicare ad altro (escludo i casi di difficoltà per l’avvio dell’allattamento) ha fatto sì che l’allattamento sia stato spesso delegato alle balie o al biberon.

Oggi le neomamme conoscono i vantaggi dell’allattamento naturale e desiderano viverlo come un’esperienza sublime che la natura ha loro riservato. Per fortuna – nonostante molti addetti alle cure del neonato non siano adeguatamente formati allo scopo – la ricerca scientifica ci consente di ricevere tutte le informazioni per conciliare allattamento e altre esigenze (come il lavoro e la cura di sé).

Dopo i primi mesi con allattamento ben avviato

I neonati ciucciano spesso, per diversi motivi, non solo per sentirsi sazi.

Ciuccio e biberon – seppure siano diventati “la regola” culturalmente appresa, tanto da essere i primi oggetti di associazione alla nascita – non sono previsti in natura. E pertanto offrono una modalità di suzione completamente diversa da quella che il bebè deve esercitare al seno materno per estrarre il latte.

Le reazioni del neonato davanti a questi strumenti “ausiliari” possono essere molto diverse. Alcuni bambini li rifiutano, altri li accettano volentieri e li sostituiscono completamente al seno materno (che non riescono più a “utilizzare”). Altri ancora li usano soltanto come surrogato della madre, in sua assenza. Poi ci sono pure coloro che hanno cominciato a conoscerli dopo qualche mese di vita e, in virtù di un allattamento ben avviato, poppano dal seno e dal biberon senza mai confondersi.

Da professionista del settore, vorrei non giudicare i vari stili di maternage. Penso che ognuno può dare il meglio di sé solo quando le proprie azioni rappresentano appieno la propria volontà e il proprio desiderio. Ritengo tuttavia corretto sottolineare i rischi di alcune condotte considerate comuni e spiegare i modi in cui è possibile assicurare poppate efficaci al proprio piccolo, avviando al meglio l’allattamento e riducendo al minimo gli effetti delle interferenze. Anche perché, per fortuna, esistono metodi alternativi per consentire alle mamme di assentarsi, pur confortando e nutrendo i propri bambini senza l’uso di ciuccio e biberon.

Allattare dopo i 6 mesi dal parto, lavorare e avere del tempo per sé non è un’utopia, ma poche lo sanno

Esistono tantissime informazioni utili che dovrebbero ricevere le madri direttamente dai pediatri, per non sentirsi “diverse” qualora non potessero (o non volessero) far accedere il proprio figlio al seno sempre. Le neomamme dovrebbero – per esempio – sapere che un allattamento ben avviato consente di produrre latte per almeno 18 mesi dall’ultima poppata, grazie ad un minimo di stimolazione. Se la mamma rientra al lavoro a circa 6 mesi dal parto e non riesce a estrarre latte a sufficienza non è necessario integrare con latte artificiale. Il latte materno può essere sostituito da altri cibi solidi o semisolidi. Allora, il tanto – giustamente – enfatizzato allattamento naturale può mantenersi anche quando non è sempre “a richiesta”. Ed è pure bene sottolineare che ogni mamma è diversa e dev’essere preservata nella sua unicità e nei suoi particolari bisogni.

L’importanza della pianificazione personalizzata

Da ingegnere e da consulente professionale IBCLC con una lunga esperienza alle spalle, aiuto tutte le mamme che lo desiderano a comprendere, organizzare e pianificare l’allattamento del loro bambino, secondo esigenze e necessità del tutto personali.

Offrire alle madri l’opportunità di gestire al meglio – nei limiti del possibile – il loro allattamento, significa promuoverlo senza far passare l’idea che allattare significhi per la donna dover rinunciare ad avere del tempo tutto per sé. Oggi sappiamo che le poppate efficaci (quelle in cui il bebè si nutre bene e riceve un flusso costante e adeguato di latte) consentono l’opportunità della pianificazione. Perché l’allattamento funziona per mamme che si comportano in maniera diversa tra loro e ogni donna ha il diritto di sentirsi madre a modo proprio e di esprimere il meglio di sé. 

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