Smettere di allattare, 15 consigli per riuscire nell’impresa – prima parte

Se si è scelto di allattare al seno il proprio figlio, prima o poi, arriverà il momento in cui si sentirà l’esigenza di smettere.
Nel gergo comune il termine “svezzamento” viene inteso come l’introduzione dei cibi solidi. In realtà, corrisponde all’interruzione dell’allattamento.
Ma, come fare per smettere di allattare?

È bene considerare che ogni bambino, così come ogni madre, rappresenta un caso a sé stante. Se lo scambio con le altre mamme può essere utile, affidarsi al proprio intuito – e al personale specializzato – risulta sempre la scelta più appropriata.

Ecco i primi sette consigli generali, ma utili, per orientare il proprio percorso. Seguirà un secondo articolo con i prossimi otto consigli.

1. Evitare brusche interruzioni

L’ideale è quello di iniziare lo svezzamento progressivamente e senza fretta. Il corpo materno, infatti, si è precedentemente preparato per rispondere ai bisogni del bambino, grazie alle frequenti richieste di quest’ultimo. Così come occorre un intervallo di tempo non troppo breve per aumentare la produzione di latte, è necessario rispettare le tempistiche per diminuirla. Smettere bruscamente di allattare potrebbe causare ingorghi mammari e altri inconvenienti dolorosi.

smettere di allattare

2. Osservare il proprio bambino per riconoscere i momenti in cui è possibile iniziare a ridurre le poppate

Se si decide di interrompere l’allattamento gradualmente, il cibo solido potrebbe rappresentare un ottimo alleato. Soprattutto tra i 6 e i 12 mesi di vita del bebè. Alcuni bambini, infatti, mostrano grande interesse verso il cibo consumato dai genitori, riducendo la richiesta delle poppate per dedicarsi alla nuova scoperta.
Inoltre, dopo il sesto mese di vita, non è più necessaria alcuna integrazione di latte artificiale e un’alimentazione equilibrata sarà sufficiente per assicurare tutti i nutrienti necessari.
Osservare attentamente il proprio figlio consente di individuare i momenti strategici dove l’impresa di interrompere l’allattamento potrebbe rivelarsi più semplice.

3. Distrarre il bambino con altre attività interessanti

Trovare delle distrazioni per far dimenticare al bambino la richiesta del seno può essere utile per raggiungere l’obiettivo.
La mamma, per esempio, può:

  • coinvolgere il proprio figlio in un gioco nuovo o fare una passeggiata;
  • evitare i luoghi e le situazioni in cui si è soliti offrire la poppata;
  • organizzare la giornata svolgendo le solite attività in un ordine differente per rimpiazzare le ore di allattamento;
  • cambiare la disposizione dei mobili in casa per evitare l’associazione tra poppata e camera dove abitualmente si svolge;
  • chiedere ad amici e parenti di prendere parte ai giochi e alle attività negli orari previsti per l’allattamento. Oppure di portarlo fuori per una passeggiata in loro corrispondenza.

4. Essere pazienti nei confronti del proprio bambino

Durante questo periodo di transizione, i bambini possono essere molto esigenti e nervosi in reazione al cambiamento. Ma, nel corso del tempo, impareranno che la presenza della madre prescinde dall’allattamento e che è possibile uno scambio d’affetto di qualità anche in modalità differenti.

Per consentire questa nuova consapevolezza, è necessario che i genitori rimangano pazienti.

Giocare con il proprio figlio è il modo migliore per educarlo al cambiamento e comunicare ugualmente con lui in maniera funzionale.

Se nel corso della giornata, o durante i momenti di stanchezza, il bambino dovesse piangere e chiedere il seno, è possibile concordare con lui un intervallo per distanziare gradualmente le poppate. Oppure metterlo a letto e chiedere al papà di sostituire la mamma per qualche minuto.

Anche una passeggiata con il passeggino o il vostro supporto portabebè, magari intonando una ninna-nanna, può offrire l’opportunità a mamma e papà di calmare il bimbo durante una crisi di pianto.

È opportuno considerare che, dal punto di vista del bambino, viene percepita non solo la mancanza di una pratica per lui fondamentale e da sempre presente, ma anche la mancanza di momenti esclusivi con la propria madre.

La mamma può sopperire a questa seconda esigenza uscendo più spesso con lui, offrendogli più coccole, ritagliandogli nuovi spazi, creando nuovi rituali, senza distrazioni esterne come televisione, cellulare e altri elementi che possano sottrarre l’attenzione di cui necessita.

5. Proporre pasti con regolarità e anticipare la richiesta

I bambini sono abitudinari e preferiscono ciò che già conoscono. Non sempre, e non subito, associano il cibo alla soddisfazione della fame.
Quindi, se si desidera inserire il cibo solido per favorire la riduzione delle poppate, occorre essere metodici e costanti nella proposta dei pasti.
La strategia migliore è spesso quella di anticipare le richieste alimentari del bebè.

6. Se si usa il tiralatte, bisogna diminuire il numero dei tiraggi

Se si utilizza il tiralatte per nutrire il proprio bambino, è bene ridurre lentamente il tiraggio, così come le poppate. Riducendo il tempo di estrazione, distanziando le sedute e tirando sempre meno latte, anche la produzione diminuirà.

7. Ridurre il numero delle poppate

Riducendo pian piano il numero delle poppate, diminuirà il latte e, progressivamente, l’interesse del bambino nei confronti del seno.

Un bebè poppa mediamente un minimo di 8 volte al giorno. Pertanto è consigliabile iniziare a ridurre lentamente le poppate a 6, grazie all’integrazione del cibo solido.

Spesso i bambini in fase di svezzamento apprezzano assumere del latte materno prima o dopo il pasto, oppure sia prima che dopo. Ma, se il desiderio della mamma è quello di interrompere gradualmente l’allattamento, bisogna fare in modo che il cibo, pian piano, sostituisca la poppata.

I neonati non accettano subito il cambiamento, ma procedendo con l’introduzione dei solidi, un cucchiaio alla volta per poi aumentare, si possono ottenere ottimi risultati in tempi ragionevoli.

Continua a seguirmi per scoprire i prossimi consigli per smettere di allattare senza traumi.

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