Ruttino del neonato: è necessario?

Il ruttino del neonato è un aspetto così tanto importante per i genitori nel corso delle generazioni da essere ormai presente persino nei bambolotti con i quali giocano i nostri bimbi. Ma è davvero indispensabile?

Spesso i genitori mi pongono queste domande inerenti al ruttino del proprio bambino:

  • Deve sempre fare il ruttino?
  • In che posizione lo devo mettere per farlo?
  • E’ importante che faccia il ruttino dopo ogni poppata?
  • E’ vero che i bebè allattati al seno non hanno bisogno di fare il ruttino?

Secondo gli studi scientifici a disposizione non occorre l’aiuto di un adulto per far espellere i gas intestinali ai più piccoli e tale abitudine potrebbe invece incrementare il numero dei loro rigurgiti.

Spesso si parla di aria, ma si tratta si gas intestinale.

Mamma, papà e nonni sono soliti posizionare il bebè – appena dopo il pasto – sulle spalle o sulle ginocchia per dargli una piccola pacca sulla schiena e fargli fare il ruttino. Alcuni fanno lo stesso mettendo il bimbo in posizione seduta.

Secondo molti pediatri l’aiuto degli adulti non sarebbe affatto indispensabile: ”Non esiste una ragione fisiologica per cui i bambini non possano eruttare senza assistenza”, afferma il dottor Clay Jones, pediatra del Newton-Wellesley Hospital in Massachusetts.

Lo sfintere del bebè

Il bebè presenta uno sfintere esofageo inferiore (l’anello del muscolo tra stomaco ed esofago) ancora immaturo che rimane spesso spontaneamente rilassato, piuttosto che chiudersi come nell’adulto.

Secondo il pediatra Jones, è per questa ragione che i bimbi rimettono con facilità il cibo ingerito, sfatando cosi le numerose paure riguardo la presenza di reflusso esofageo legata solo al rigurgito del bambino.

Ma tale caratteristica spiegherebbe anche l’inutilità delle procedure familiari per il ruttino del piccolo: quando lo sfintere si apre, il gas presente nello stomaco può fuoriuscire con la stessa facilità del latte ingerito; viceversa, potrebbe non esserci nessun gas da eliminare. Quindi, perché stressare così il neonato?

Se durante la poppata sembra che il bambino abbia bisogno di una pausa, può bastare qualche carezza sulla sua schiena per espellere in modo spontaneo.

ruttino neonato

Ruttino, le preoccupazioni dei genitori

I genitori spesso si preoccupano molto quando il loro bambino non rutta dopo il pasto, come se il suo piccolo pancino potesse gonfiarsi troppo. Invece lo stomaco del bebè non può in alcun modo esplodere e qualsiasi gas viene eliminato spontaneamente all’occorrenza: se non esce dall’estremità superiore, esce dall’estremità inferiore! Mi capita spesso di osservare bebè che durante la poppata si fermano per una scoreggia, sbalordendo i presenti.

Adulti e ragazzi non vengono stimolati per fare il ruttino e conservano ugualmente tutta la loro salute. Vale lo stesso per i neonati: “Semmai (…) sono protetti dall’accumulo di gas dalla normale immaturità dello sfintere esofageo inferiore, che si rilassa e si apre frequentemente”, ha scritto Jones.

Ruttino: coliche e rigurgiti

Nel 2014 alcuni ricercatori hanno studiato in India la relazione tra ruttino, coliche e vomito. L’esperimento condotto su 71 coppie madre-bambino ha evidenziato che i bimbi che ruttano dopo il pasto non riducono l’incidenza delle coliche, ma che aumentano la possibilità di rigurgitare (al contrario di coloro che non fanno il ruttino). Secondo la mia esperienza – e secondo quella del pediatra Jones – è possibile che colpendo il piccolo sulla schiena, quando ha la pancia piena, lo si stimoli al vomito.

L’opinione popolare comune connette l’agitazione dei bambini dopo il pasto o il loro reflusso con la presenza di gas intestinale. Non esistono però evidenze scientifiche a suffragio di questa tesi. Invece esistono prove sufficienti a dimostrare che un neonato possa eliminare eventuali gas presenti nel pancino spontaneamente, senza l’aiuto di un adulto.

Escludendo le regole del galateo, non c’è nulla di male a far fare il ruttino a un neonato – a patto di non sbalordirsi se poco dopo si ha un rigurgito -, così come non c’è alcun vantaggio nell’esercitare questa pratica.

Ogni coppia di genitori trova un suo modo

I primi giorni da neogenitori possono sembrare un ciclo infinito di nutrizione, ruttini, brevi sonnellini. Ogni mamma e ogni bimbo sono diversi e devono avere l’opportunità di scoprirsi e di verificare quanto più adatto a loro, scegliendo ciò che si sia rivelato più utile. Anche l’abitudine del ruttino non fa eccezione.

Genitori ostinati, perchè?

Nello studio sopra citato, i ricercatori hanno fornito alle mamme consigli su come nutrire, pulire e prendersi cura dei loro bambini. La metà delle madri ha anche ricevuto istruzioni dettagliate per far emettere un rutto ai loro piccoli, cosa che non è stata suggerita all’altra metà.

Nei tre mesi successivi, le mamme hanno registrato la frequenza con cui i loro bambini hanno vomitato, così come gli episodi di pianto intenso e inconsolabile (gli autori chiamano queste occasioni con il termine di “colica”, sebbene negli Stati Uniti questa sia definita dalla sua frequenza regolare e non sporadica).

Alla fine della sperimentazione non è emersa alcuna connessione tra crisi di pianto e ruttino, ma i bambini che facevano il ruttino rigurgitavano due volte più spesso. Gli autori hanno concluso che “l’eruttazione può effettivamente peggiorare la frequenza del rigurgito”.

Allora perché stimoliamo l’eruttazione nei nostri figli? Forse solo perché lo abbiamo sempre fatto: “C’è un’enorme quantità di inerzia culturale dietro il concetto di far ruttare i bambini”, dice Jones, il quale ha raccontato di aver fatto lo stesso con la prima figlia e non con la seconda.

Forse è arrivato il momento di invertire la tendenza e di scegliere solo ciò che si rivela adeguato e non culturalmente appreso.

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